Mario, ristoratore fallito che, dopo aver tentato inutilmente il suicidio, (prendendo del sonnifero e utilizzando i gas di scarico dell'auto, che però rimane senza benzina mentre lui stava dormendo) si sveglia e per un'omonimia, viene accolto alla stazione ferroviaria da una famiglia di allevatori di struzzi, che invece sta aspettando l'arrivo di un assessore regionale (anche lui si chiamava Mario) che dovrebbe garantire dei sussidi alla loro traballante attività. Il protagonista, sempre più spaesato, si ritrova circondato dalla premurosa attenzione dei suoi ospiti, fino al chiarimento finale, che genera uno sbigottimento superato da un superbo pranzo di Natale, in cui Mario dimostra la sua bravura di cuoco.
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