"La Rabbia" utilizza filmati documentari (degli anni '50) e commenti di accompagnamento per tentare di rispondere alla domanda esistenziale, perché le nostre vite sono caratterizzate da malcontento, angoscia e paura? Il film è diviso in due parti completamente separate e i registi di queste rispettive sezioni, l'ala sinistra Pier Paolo Pasolini e il conservatore Giovanni Guareschi, offrono allo spettatore analisi contrastanti e prescrizioni per la società moderna. La parte I, di Pasolini, è una denuncia dei reati della cultura occidentale, in particolare quelli contro l'Africa colonizzata. È allo stesso tempo una cronaca della liberazione e dell'indipendenza delle ex colonie africane, raffigurando questi popoli come i nuovi protagonisti della scena mondiale, sostenendo il marxismo come loro "salvezza" e suggerendo che la loro "innocente ferocia" sarà la nuova religione dell'epoca. La parte di Guareschi, al contrario, costituisce una difesa della civiltà occidentale e una parola di speranza, formulata in termini cristiani tradizionali, per il futuro dell'uomo…
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