In una fabbrica della Russia zarista il suicidio di un operaio ingiustamente punito provoca lo sciopero dei suoi compagni, già in subbuglio per le durissime condizioni di lavoro e l'esiguità dei salari. I padroni non trattano, gli scioperanti impegnano o vendono i loro miseri averi, la polizia tenta in ogni modo di rompere il fronte dei lavoratori. Alla fine avviene un massacro di uomini, donne, bambini. È la prima regia di S. M. Ejzenstejn: innovativa, epica, di grande impatto figurativo. Autentica protagonista è la massa, il lavoro sperimentale sul montaggio è agli inizi ma già preannuncia i capolavori successivi.
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