Lui è un medico di successo: bella casa, bella moglie eccetera. L'altro è un criminale diciottenne, indiano, malato terminale - anche se non sembrerebbe -. Il ragazzo riesce a scappare e sequestra il medico che gli permetterà di arrivare vivo a un certo lago su certi monti. Se si bagnerà in quell'acqua guarirà. Il film diventa dunque un road movie aperto, con una sua piccola mitologia e con tutti i giusti ingredienti compreso il grande "sentimento finale". Sembra di rivedere il Cimino di una volta. Il regista, un po' disuguale, recentemente non ha avuto grandi fortune nell'ambito del movimento hollywoodiano. Il film merita mezzo punto più della valutazione espressa.
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