In un castello tra le montagne, una vecchia signora raduna una tavolata di potenti per una cena. Un gruppo di ragazzi è chiamato a servire. Tra loro Libenzio, di umilissime origini. Il rituale del banchetto è meticolosissimo e deve essere osservato con scrupolo perché la signora non ammette deroghe né innovazioni. Gli invitati arrivano, prendono posto e cominciano un sottile gioco di prevaricazioni e soprusi per guadagnare posti nella scala gerarchica e nella considerazione della gran dama che compare solo all’ultimo, velata e inaccessibile. Un amaro e divertito apologo sul potere e sulla morte costruito attraverso il meticoloso cerimoniale della cena, a tratti greve ma sincero, fuori dalle consuete atmosfere del regista...
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