Al ritorno da uno dei suoi consueti viaggi di lavoro, l'ingegnere Antonio scopre, nel proprio giardino, il corpo inanimato di Massimo, un giovane pittore suo vicino di casa, colpito alla testa da un proiettile di pistola. Del delitto si confessa colpevole Anna, la moglie dell'ingegnere. Dopo aver nascosto il cadavere sotto un mucchio di foglie, Antonio ascolta dalla donna il perché del suo tragico gesto. Stanca della solitudine in cui la lasciavano i frequenti viaggi del marito e quasi per fargli dispetto, Anna si era lasciata incuriosire da Massimo, ne aveva spiato l'intimità, finché era entrata a far parte della sua vita, diventando sua amante. Dedito alla droga, abituato alla frequente compagnia di donnine, il giovane s'era però ben presto stancato di Anna, l'aveva tradita, umiliata, obbligata a concedersi anche ai suoi amici e a drogarsi. Ridotta allo stremo, dopo un ultimo affronto, ella gli aveva sparato. Terminato il racconto della moglie, Antonio le confessa a sua volta di aver sempre saputo della sua relazione con Massimo, ma di averla tollerata, ravvisando nel giovane un valido sostituto per quei compiti maritali che egli non si sentiva più di assolvere. E' ormai sera, e Antonio vorrebbe sbarazzarsi del corpo di Massimo. Ma il cadavere sembra scomparso. In realtà, il giovane non era morto, ma solo ferito di striscio. In procinto di abbandonare per sempre quei luoghi, Massimo confessa ad Anna di averla amata nonostante le contrarie apparenze.
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