Il film mostra un oscuro episodio della vita di un criminale stalinista: il colonnello dell’Ufficio di pubblica sicurezza, Julia Brystiger. Il suo soprannome era “Bloody Luna” perché durante gli interrogatori torturava i prigionieri con estrema crudeltà. All’inizio degli anni ’60 è apparsa a Laski, vicino a Varsavia, nell’Istituto per ciechi, dove era assiduo frequentatore anche il primate di Polonia, il cardinale Stefan Wyszynski. La sua prigionia negli anni 1953-1956 fu supervisionata nientemeno che dalla stessa Julia Brystiger. Durante la difficile e tempestosa conversazione con il Primate, Julia Brystiger rifiuta l’ideologia comunista, chiede il perdono dei suoi crimini e l’aiuto per trovare Dio …
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