Henryk Bergman, futuro padre del regista Ingmar, era un pastore protestante svedese. Quando era ancora studente di teologia si innamora di Anna, ma il loro amore è contrastato per diversi motivi dai rispettivi genitori. I due si lasciano, si riconciliano, si separano ancora e tornano poi insieme; sullo sfondo, le grandi tensioni sociali che attraversano la Svezia dei primi decenni del secolo. Fortemente voluto da Bergman, che firma il film come sceneggiatore e affida la regia a Bille August che conquista a Cannes la sua seconda Palma d’Oro (e quello per la migliore attirce Pernilla Ostergren, che diverrà sua moglie nella vita). Il soggetto è interessante, ma la realizzazione è leziosa e pesante, troppo simile a uno sceneggiato televisivo…
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