Colto e allegro, Benoît è un omicida periodico dedito all’eliminazione di “pesci piccoli” (vecchi, pensionati, donne sole). Una piccola troupe lo segue e filma i suoi delitti. Delitto dopo delitto (16 in tutto), la distanza tra l’assassino e chi lo filma diminuisce fino ad annullarsi. Film estremo con importanti risultati teorici. È una fiction ma è girato come un documentario. Fa ridere e vergognare di aver riso. Dice che il male è impenetrabile e che al cinema può soltanto essere messo in scena ma che, mettendolo in scena o guardandolo, se ne diventa complici. Dimostra che il cinema e la TV stanno procedendo verso l’indecidibilità delle immagini: registrazioni della realtà o la sua messa in scena o una via di mezzo?...
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