Torino, 1980. Sullo sfondo delle lotte sindacali contro la riorganizzazione aziendale in casa FIAT - che sarebbe dovuta procedere al prezzo del sacrificio di migliaia di posti di lavoro tra gli operai - Emma e Sergio si incontrano e si amano, nel breve lasso dei 35 giorni di proteste che furono chiusi dalla marcia dei 40 mila colletti bianchi. In questo pezzo di storia d'Italia, i due protagonisti rappresentano le parti che la proprietà vorrebbe mettere l'una contro l'altra: Emma è laureanda in matematica, lavora ai piani amministrativi di FIAT e sta con un ingegnere. Sergio è un operaio, una testa calda, in prima linea nella lotta. Lei comprometterà tutto per lui; Sergio la lascia andare verso un futuro forse migliore e che, come scopriremo alla fine, sarà stato deludente come la realtà che vivono. Malgrado gli elogi ottenuti al Torino Film Festival,
Signorinaeffe è un film senza ritmo, girato con uno stile televisivo incapace di registrare le sfumature e che rievoca più una fiction che un grande capitolo di cinema civile: Sergio imbarazzato in giacca in un ristorante chic per far colpo su Emma; l'amico operaio - barricadero - tossicodipendente che ritrova la voglia di vivere fra le braccia di una maestrina d'asilo e su un prato le confessa di volere decine di figli. Altro che Ken Loach!…
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